Regia, montaggio: Pierdomenico Mongelli
Fotografia: Giovanni Troilo
Antonio Forastiero, il maestro costruttore per eccellenza della zampogna lucana, nonchè straordinario musicista e suonatore di zampogna e ciaramella, per decenni punto di riferimento per musicisti e appassionati di strumenti tradizionali.
Antonio Forastiero è appartenuto a quel gruppo ristretto di personaggi che, oltre ad essere stati musicisti di grande levatura, presentavano una personalità affascinante e delle straordinarie qualità umane. Tra questi va annoverato anche il fratello Vincenzo (1919- 2018), anche lui esemplare suonatore di zampogne e ciaramelle. I due fratelli vivevano rispettivamente sui versanti di Lauria e Moliterno del monte Sirino. La loro abilità nel campo musicale era nota ben oltre i confini locali. Almeno dagli anni ’80 del secolo appena concluso, grazie a ricerche, pubblicazioni e registrazioni, nonché alla loro partecipazione a rassegne e festival (come quello di Acquafondata in Lazio e successivamente di Scapoli in Molise), il nome dei Forastiero circolava tra i circuiti degli studiosi e appassionati musica tradizionale, collocandosi non solo i protagonisti della tradizione lucana ma tra i virtuosi della musica tradizionale italiana tout court.
Vincenzo, più grande di 11 anni, era stato il maestro di musica del fratello più giovane; Antonio era diventato noto soprattutto per la sua mastria nella costruzione della zampogna a chiave e della ciaramella. La casa e il laboratorio di Antonio sul Sirino sono stati per decenni meta di continue visite di cultori che arrivano da varie parti d’Italia e anche dall’estero. Le zampogne a chiave di Antonio, per modello e misure, sono lo strumento «classico» per eccellenza, oggetto di vanto dei suonatori che le possiedono.
Antonio era stato l’erede di Carmine Trimarco (1864-1952) il più famoso costruttore di zampogne a chiave della prima metà del ‘900. Pur non essendo stato allievo diretto di Carmine, Antonio infatti aveva preso la sua mastria, costruendo gli strumenti secondo le stesse misure e gli stessi modelli, dalle piccole zampogne di 2,5 palmi alla grande zampogna di 6 palmi, con relative ciaramelle abbinate. Antonio è stato a sua volta un importante punto di riferimento per tutte le successive generazioni di costruttori, sia lucani che di altre regioni. Se la zampogna presenta in Basilicata un’importante e solida tradizione di costruttori, lo si deve soprattutto alla straordinaria abilità di Antonio Forastiero e alle sue eccezionali qualità umane, che lo hanno reso un maestro unanimemente riconosciuto. Con la sua scomparsa, viene meno un importante protagonista della storia musicale della Basilicata.